ESAME DELLA VISTA

La vista si misura in decimi  Quello che conta è quella ottenuta con la miglior correzione

diottrica. Solo coloro che non raggiungono i 10/10 con una appropriata correzione devono essere considerati affetti da una malattia oculare. Per esempio un paziente affetto da cataratta, il quale (con i più forti occhiali possibili) vede 6/10, soffre di una malattia che gli fa “perdere” 4/10.

Il difetto refrattivo si calcola con il potere diottrico delle lenti  (da miopia, da ipermetropia o da astigmatismo) necessario per ottenere il massimo della vista che sarà di 10/10 se l'occhio non è malato.

Così la miopia di un soggetto si misura con il numero di diottrie miopiche (sferiche negative)

necessarie per vedere al massimo da lontano indipendentemente dal fatto che l'occhio raggiunga o no i dieci decimi. Si dice quindi che un soggetto è “miope di meno tre” se per vedere bene ha bisogno di tre diottrie sugli occhiali.

Non è invece una relazione matematica fra la vista del soggetto senza occhiali (visus naturale) e il potere diottrico degli occhiali (un difetto di -3 non porta la vista a 7/10).

Oltre le lenti da miopia esistono quelle per astigmatismo (lenti cilindriche positive o negative

con il loro asse) e quelle per ipermetropia (sferiche positive).